Tempo fa, sfogliando i giornali quotidiani, notai che la notizia ripetuta da tutti, con più o meno enfasi, era la ricorrenza del trentesimo anniversario della morte (suicidio) di Primo Levi, famoso scrittore di religione ebraica, rinchiuso nel lager di Auschwitz e contrassegnato con il numero 174235 tatuato sul braccio, dall’inverno 1943 fino alla liberazione da parte dei soldati dell’Armata Rossa, il 27 Gennaio 1945
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