> Da via del Leone a Viale Ariosto
Via dell’Orto è una strada storica di Firenze, situata nell’Oltrarno, in zona San Frediano.
Si estende tra Piazza Piattellina e Viale Ariosto e deve il suo nome alla presenza del complesso monastico di San Salvatore di Camaldoli. Non a caso, in origine veniva chiamata Via dell’Orto di Camaldoli.
Oggi è una di quelle strade particolarmente votate alla gastronomia e alla ristorazione. Accanto alle più moderne pizzerie, qui si trovano numerosi ristoranti e osterie di cucina tradizionale. Ma dell’antico e vasto monastero dei Camaldolesi resta solo una parte degli edifici. Uno di questi è l’attuale Istituto San Francesco di Sales.
Negli immediati dintorni di Via dell’Orto ci sono alcuni siti di interesse, ma l’atmosfera che si respira nel quartiere è già di per sé caratteristica. Il quartiere di San Frediano è l’incontro di antico e moderno che piace soprattutto alle persone che prendono le distanze dai flussi turistici più intensi.
Vale la pena passeggiare lungo e nei dintorni di Via dell’Orto, respirare quell’aria squisitamente fiorentina dell’Oltrarno che, nell’aspetto, conserva la storia ma offre anche un pizzico di vivacità mondana.
Luoghi d’interesse in via dell'Orto
A pochi passi da Via dell’Orto, lungo Viale Ariosto, si trova il Cimitero monumentale ebraico. Il sito è stato costruito nel Settecento, si distingue per la sua elegante sobrietà, interrota dai tipici viali con cipressi.
Nella cultura ebraica lo sfarzo è poco apprezzato, quindi le tombe sono molto semplici, ma fanno eccezione solo tre cappelle monumentali. È comunque un luogo di interesse storico-culturale e può essere visitato solo durante l’ultima domenica del mese, con prenotazione.
Per gli amanti del genere, consigliamo anche la visita alla ben nota sinagoga di Firenze
Muovendosi verso Piazza Piattellina, si incontra un’opera d’arte, all’incrocio di Via del Leone. Stiamo parlando dell’affresco quattrocentesco della Madonna con bambino. È uno dei due tabernacoli che caratterizzano la piazza. L’altro è più antico, probabilmente trecentesco e sempre a tema mariano.
Piazza Piattellina è poco più di uno slargo, che deve il proprio nome a un mercatino di piatti e stoviglie che qui si teneva nel XIX secolo. Ma in realtà, è nata come Piazza degli Orpellai
Poco oltre Piazza Piattellina, c’è il luogo in cui nel Trecento i fedeli ascoltavano le prediche dei carmelitani. È Piazza del Carmine, per l’appunto, una delle principali piazze sull’altra riva dell’Arno. Qui s’innalza la basilica dalla facciata incompiuta e dedicata alla Madonna del Carmine.
Il complesso originario risale al Duecento, ma ciò che oggi vediamo della basilica è in stile barocco. Un grave incendio lo colpì nel Settecento, senza danneggiare il vero e proprio tesoro artistico che custodisce: la Cappella Brancacci.
La cappella fu voluta da Felice Brancacci e fu realizzata da Masaccio e Filippino Lippi. È possibile visitarla su prenotazione, assieme alla chiesa e al museo.
San Frediano
San Frediano non è sempre stato un quartiere florido e vivace. Al contrario, per lungo tempo è stato associato a povertà e miseria. Come mai? Dobbiamo risalire proprio all’origine del monastero dei camaldolesi, che dà il nome a Via dell’Orto. Tra le attuali Piazza Tasso e Via Camaldoli, un tempo un uomo di nome Maldolo possedeva un campo: il Campo di Maldolo, per l’appunto. Questi decise di regalarlo a San Romualdo, da cui nacque l’Ordine dei Camaldolesi. Dove ora si trova Via dell’Orto, i monaci diedero vita a un complesso, che accoglieva anche la Chiesa di San Salvatore, collocata oltre le rive dell’Arno. Ben presto i monaci edificarono numerose abitazioni intorno al campo, che furono affittate alle famiglie più povere della città.
Il nome antico di Piazza Piattellina
Il nome antico di Piazza Piattellina, ossia Piazza degli Orpellai, deriva dalla presenza degli orpellai nella zona di Oltrarno. Altri non erano che artigiani, produttori di orpelli. Ma cosa sono gli orpelli per davvero? Nell’uso odierno del termine, l’orpello è un ornamento inutile o di cattivo gusto. Al contrario, un tempo gli orpelli erano sì ornamenti, ma di fattura pregiata. La specialità degli orpellai era la creazione di raffinate e sottili lamine di rame da decorazione. Infatti, la parola deriva dall’espressione latina aurea pellis, cioè pelle d’oro.