>Via Alamanni è il tratto di strada che va da Piazza della Stazione al Viale fratelli Rosselli.
Via Alamanni è il tratto di strada che va da Piazza della Stazione al Viale fratelli Rosselli.
Costeggia la stazione di Firenze Santa Maria Novella e fin dal 1868 prende il nome del poeta, filosofo e diplomatico fiorentino Luigi Alamanni.
Nei dintorni di questa via del centro sorge un luogo di grande rilevanza storica per la città: gli Orti Oricellari. Il legame tra Alamanni e gli Orti Oricellari è forte, perché era solito frequentare giardino e palazzo della famiglia Rucellai, così come facevano tanti uomini di cultura della Firenze del Rinascimento.
Via Alamanni è un luogo di passaggio che conduce residenti e visitatori verso il cuore della città. Superata Piazza della Stazione, si arriva infatti alla basilica di Santa Maria Novella e, da lì, alla cattedrale di Santa Maria del Fiore.
L’alta densità di hotel e bed&breakfast ci suggerisce che la zona è votata soprattutto all’ospitalità.
Con 3 curiosità!
Luoghi d’interesse in via Luigi Alamanni
Gli Orti Oricellari
Purtroppo attualmente non visitabili*, gli Orti Oricellari sono i giardini annessi al Palazzo Rucellai, da cui derivano il nome e che oggi è Palazzo Venturi Ginori.
Qui Bernardo Rucellai edificò il giardino che ben presto ospitò gli esponenti più illustri dell’Accademia Neoplatonica.
Fu proprio in questo ambiente che Luigi Alamanni conobbe personalità di spicco del mondo culturale a tutto tondo di Firenze e d’Italia. Tra queste, possiamo citare Niccolò Machiavelli.
E, sempre a partire da questo luogo avvenne, un fatto significativo della storia di Firenze: la congiura degli Orti Oricellari, a cui Alamanni stesso partecipò, a discapito del cardinale Giulio de’ Medici.
I giardini subirono diversi interventi di restauro e ampliamento, nel corso dei secoli. Ma è nota la sua più sorprendente attrazione: la statua del Polifemo che beve dall’otre, di Antonio Novelli.
*aggiorneremo il dato, in futuro, per un’eventuale riapertura
Giardino Corsini
A breve distanza da Via Alamanni, si trova il giardino rinascimentale annesso alla residenza della famiglia Corsini.
Si tratta del Giardino Corsini, abbellito dalle limonaie formate da ben 130 piante di agrumi, dal prato sui quali ancora resistono tigli secolari e dai viali adorni di statue.
Attualmente, è sede di eventi aziendali e privati esclusivi. In passato, il palazzo dei Corsini ospitò persino la regina Vittoria d’Inghilterra.
Santa Maria Novella
Giunti in stazione, i visitatori sono subito indotti a imboccare la strada verso uno dei luoghi più straordinari di Firenze.
Il complesso monumentale di Santa Maria Novella è immenso, per la sua ricchezza storico-artistica. Da circa dieci anni, è possibile visitare numerosi suoi spazi: la chiesa, con le cappelle affrescate, la Sagrestia, il cimitero degli Avelli, il museo e i chiostri.
Possiamo dire che la basilica è uno dei luoghi in cui si è fatta la storia dell’arte, della Toscana e d’Italia. Qui si ammirano opere di alcuni dei nomi più celebri del panorama artistico toscano: da Giotto a Brunelleschi, da Masaccio a Botticelli.
La visita del complesso è senza dubbio una delle esperienze da vivere a Firenze, senza esitazione.
La congiura contro il cardinale Giulio de’ Medici (poi papa Clemente VII), fu sventata. Naturalmente, i congiurati furono perseguiti dalle autorità politiche fiorentine. Così, Luigi Alamanni fuggì da Firenze, per non essere condannato a morte e decapitato. In questa occasione, l’Accademia Neoplatonica fu sciolta definitivamente.
Ma l’accademia nacque per iniziativa del bisnonno di Giulio, Cosimo de’ Medici. Primo signore de facto di Firenze, anche Cosimo mostrò una forte sensibilità verso l’arte e le diverse forme di sapere. Così incaricò il filosofo Marsilio Ficino di fondare l’Accademia Neoplatonica, presso la Villa medicea di Careggi. L’accademia fu poi trasferita agli Orti Oricellari dopo la morte di Lorenzo il Magnifico.
A Santa Maria Novella, Filippino Lippi lavorò agli affreschi di Cappella Strozzi. Qui riprodusse un episodio della vita di San Filippo. L’affresco realizzato doveva essere davvero molto realistico. Infatti, Giorgio Vasari raccontò che un allievo di Filippino tentò di nascondere – invano! – il proprio pranzo in un foro disegnato sulla parete dal suo maestro.