Una storia dal morire dal ridere, dove i protagonisti sono due: un cliente troppo silenzioso e un taxista fiorentino davvero troppo stanco.
Provate a non ridere.
“Ciao, sono Roberto, e sono un taxista di Firenze da oltre 20 anni.
La storia che ti racconto, ancora oggi mi fa morire dal ridere.
Ricevo la chiamata e prendo a borso del taxi questo cliente giapponese, sale sui sedili di dietro e mi dice che doveva andare in un albergo verso Scandicci.
Parto col mio taxi: pioveva,abbondantemente e faccio il tragitto indicato, passo da Porta a Prato, Ponte alla Vittoria, Via del Bronzino. Tutta la città era bloccata, il traffico era completamente tutto bloccato.
Restiamo più di mezz’ora in coda.
Mentre vado verso Scandicci, l’abitudine mi ha fatto sbagliare, perchè all’epoca abitavo vicino a scandicci e penso “ho quasi finito il turno, quasi quasi torno a casa. Torno a casa e finalmente mangio!”.
Così tranquillo mi dirigo col taxi verso casa: parcheggio la macchina in garage e mentre sto per spengerla sento da dietro una mano che si appoggia sulla spalla!
Faccio un salto sul sedile spaventato, mi giro e vede il turista giapponese che urlava impaurito perchè non si rendeva conto di dove l’avessi portato!
Solo in quel momento mi rendo conto di essermelo scordato sul sedile posteriore!
Allora ho rimesso in moto la macchina e l’ho portato a destinazione scusandomi!”
Taxi?! Eccomi